lunedì 2 dicembre 2013

Arrosto di pollo con farcia di lardo d'Arnad, Parmigiano Reggiano e limone su salsa di San Marzano, zenzero e peperoni

«Ogni uomo per bene deve stare sotto il tacco di una donna» ha detto a cena A., citando una frase da I fratelli Karamazov.
Non sono intervenuto. A volte riesco ancora a tacere, nonostante il leggero imbarazzo. Averle sentito pronunciare quelle parole con tanta naturalezza, mentre si faceva passare dal compagno il vassoio per un bis di arrosto, mi ha fatto riflettere su certe dinamiche eterosessuali.
Di coppie così ne vedo tante in giro. Troppe. Conosco molte persone, faccio un lavoro che mi porta a stare in mezzo alla gente e sempre più spesso mi imbatto in uomini schiacciati, calpestati, privati di ogni tipo di dignità personale.
Il rispetto reciproco sembra un’utopia. Il tacco di una donna è altrettanto duro da tollerare che i muscoli di un uomo. Si tratta sempre di violenza: quando non è fisica è psicologica. Non mostra i lividi, ma agisce sull’autostima accentuando insicurezze caratteriali e annullando ogni personalità.
Questi uomini sottomessi e sempre disponibili ai comandi delle proprie compagne/fidanzate/mogli li chiamo “zerbini” o anche “yes man”, perché non dicono mai di no: non contraddicono la loro donna, vivono nel costante terrore di sbagliare, non si oppongono a nessuna decisione, non si ribellano, non esternano le proprie emozioni, i propri pensieri, le proprie vere opinioni. E sono prontissimi a correggersi qualora, avventatamente, esprimessero idee diverse da quelle delle loro amate carnefici.
Non sopporto gli uomini zerbino come non ho mai tollerato le donne geisha. E non sono più accomodante nei loro confronti.
Quando l’autostima di uno dei due partner è basata sull’essere l’unico in grado di fare qualcosa, non può esserci spazio per l’altro.
È il persistere delle asimmetrie di genere nell’ambito della vita privata a determinare l’interazione in una coppia: la figura dominante e prevaricante si serve di strategie differenti, in pubblico o in privato, infierendo direttamente o indirettamente sull’altro. E la vittima finisce sempre col giustificare l’aggressione.
Non si potrebbero eliminare semplicemente i diktat e le regole (anche quelle scritte da Dostoewskij) rinunciando a comandanti e sottoposti?
Forse è questo a spaventare delle famiglie omosessuali, il fatto che non esistano ruoli prestabiliti: responsabilità e compiti sono condivisi, e il punto di vista dell’altro è più facile da discutere, cosa che limita i conflitti.
Perché chi ama veramente non mette i piedi in testa, né si fa calpestare. Il resto sono solo ipocrite scuse.

SECONDI > ARROSTO DI POLLO CON FARCIA DI LARDO D'ARNAD, PARMIGIANO REGGIANO E LIMONE SU SALSA DI SAN MARZANO, ZENZERO E PEPERONI

Petto di pollo > 1
Lardo d'Arnad > 80 g
Parmigiano Reggiano > 40 g
Limone > 1 (non trattato)
Pomodori San Marzano > 6
Peperone rosso > 1
Zenzero fresco > 3 cm di radice
Cipolla bianca > ½
Aglio > 2 spicchi
Olio extravergine d’oliva > 8 cucchiai
Sale > 1 pizzico
Pepe > 1 pizzico
Peperoncino > 1 pizzico

Sgrassate e disossate il petto di pollo. Apritelo a portafoglio e battetelo delicatamente tra due fogli di carta forno per assottigliarne leggermente lo spessore.
Conditelo con sale e pepe, e farcitelo con le fette di lardo, le scaglie di Parmigiano Reggiano e la scorza del limone grattugiata.
Arrotolate il petto di pollo ripieno su se stesso, avvolgetelo con il restante lardo e legatelo stretto con lo spago da cucina.
Rivestite una teglia con la carta forno, ungetela con quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva e disponetevi la carne e un paio di spicchi d’aglio.
Sigillate la teglia con un foglio di alluminio e cuocete per 20 minuti in forno caldo a 210°.
Togliete l’alluminio e fate grigliare l’arrosto girandolo spesso, così da far prendere al pollo una bella doratura uniforme.
Spellate intanto lo zenzero e grattugiatelo.
Spellate i pomodori, eliminate i semi e tagliate la polpa a dadini.
Tagliate il peperone a falde, eliminando i semi e i filamenti bianchi.
Fate soffriggere la cipolla tritata finemente in quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva.
Unite lo zenzero grattugiato, la dadolata di pomodori e i peperoni, aggiustate di sale e pepe, e fate cuocere per circa 30 minuti.
Lasciate raffreddare e frullate il tutto con un mixer a immersione fino a ottenere la giusta consistenza (aggiungete all’occorrenza un po’ di brodo vegetale).
Sfornate l’arrosto e fatelo intiepidire.
Eliminate lo spago, tagliate la carne a fette alte circa un centimetro e disponetele su un vassoio di alluminio, da passare qualche minuto in forno.
Impiattate le fettine di arrosto sulla salsa di pomodoro, zenzero e peperoni precedentemente riscaldata a bagnomaria.
Completate a piacere con un pizzico di peperoncino in polvere e una grattugiata di scorza di limone.

2 commenti:

  1. Hai ragione, una coppia deve essere ben legata insieme e quindi è giusto che si trovi sempre un punto di incontro, le coppie dove la fanno la padrone solo una delle due persone non so quanto possano resistere....passando a questo piatto, una meraviglia, che bello e chissà che buono........

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  2. Chissà, ci sono rapporti sado-maso in cui il tacco il muscolo sono il punto di interno equilibrio... e molte sfumature diverse. Ma è più apparenza di prevaricazione. Credo molto nella parità del rapporto di coppia, sono equilibri sottili, dove il rispetto e l'attenzione per l'altro (e anche per se stessi) è poi quello che dovremmo avere nella vita per gli altri, sul lavoro e nelle amicizie... dunque nell'amore al massimo grado.
    Questo arrosticino te lo copio. :)

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