mercoledì 4 luglio 2012

Riso rosso della Camargue al limone con formaggio feta e menta

Incontrare L. è stata un’esperienza toccante. Per chi ha superato la chemio, tutto il resto dovrebbe essere una sciocchezza. Eppure non è sempre così.
L. ha una figlia che sarebbe potuta diventare orfana: la bambina non ha infatti un papà, ma una seconda mamma che l’ha vista nascere e crescere, una figura di riferimento per lei imprescindibile, ma che la legge italiana non riconosce.
L. è una donna a cui sono negati i diritti fondamentali. Perché è lesbica. E perché è nata in un paese che non riconosce nelle diversità un valore. Ha superato la malattia, e ora lotta per ottenere diritti e dignità umana.
Nel nostro paese, ai pazienti omosessuali è spesso negata la possibilità di avere al fianco i propri compagni, di essere assistiti dalla persona amata, con cui si è trascorsa magari un’intera vita.
Gay, lesbiche e transessuali sono lasciati soli, perché in Italia c’è chi fa del termine “famiglia” una questione di principio.
Non si tratta di riformulare il concetto di famiglia allargata, ma di allargare il concetto di famiglia. Perché le nostre famiglie, così come quelle eterosessuali, nascono dall’amore, dalla responsabilità e dal rispetto reciproco. Se le famiglie omosessuali sono diverse dalle altre è solo perché ogni giorno leggiamo e subiamo offese, perché siamo costretti a sposarci all’estero, a concepire figli all’estero e forse un giorno anche a morire all’estero, se l’Italia continuerà a essere tanto inospitale.
Magari in Francia, dove le coppie omosessuali potranno sposarsi e adottare bambini a partire dal primo semestre 2013, come ha confermato il primo ministro Jean-Marc Ayrault nel corso di un importante discorso programmatico in parlamento.
Qualcuno si stupisce ancora dei tanti Pride in Italia e della forza con cui scendiamo in piazza da ormai quarant’anni? Cos’altro fareste se foste anche voi persone senza diritti, in un paese omofobo, dove i commenti dispregiativi e discriminatori della classe politica alimentano e amplificano un clima di crescente intolleranza?

PRIMI > RISO ROSSO DELLA CAMARGUE AL LIMONE CON FORMAGGIO FETA E MENTA

Riso rosso della Camargue > 250 g
Limoni > 2 (non trattati)
Feta > 125 g
Menta > 1 mazzetto
Marmellata di limoni > 2 cucchiai
Olio extravergine d’oliva > ½ bicchiere
Pepe > 1 pizzico
Sale > 1 pizzico

Lessate il riso al dente in abbondante acqua salata. Non abbiate fretta, il riso rosso della Camargue ha bisogno di una cottura lunga.
Una volta pronto, scolatelo e sgranatelo in una capiente insalatiera.
Unite al riso il formaggio feta a cubetti, la scorza dei limoni tagliata sottilmente a coltello e le foglie di menta sminuzzate a mano, quindi condite il tutto con un’emulsione di olio extravergine d’oliva, marmellata di limoni e pepe.
Fate riposare in frigo per almeno un’ora prima di servire.

5 commenti:

  1. grazie! il segreto è nella marmellata di limoni... ;-)
    se poi trovi quella ai tre agrumi (limone, arancio e pompelmo rosa) questa insalata di riso diventa ancora più appetitosa...!
    buon appetito!

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  2. Farei come te, scriverei con forza ciò che penso, per far sapere che anche in Italia ci sono persone che non smettono mai di combattere. Guardiamo agli altri paesi con una sorta di invidia per i loro passi avanti, mentre noi purtroppo non riusciamo a liberarci dai retaggi di una cultura ipocrita, condita da una politica catechista...Eppure non dobbiamo smettere mai di pensare che le cose possano cambiare. Un abbraccio!

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  3. se le idee politiche e sociali sono come i modi di mangiare, in Italia si vede bene chi resta ancorato, non alla tradizione, ma alla pigrizia mentale... la testa è un tutt'uno col corpo, occorre mettere più marmellata e tè nei nostri cervelli.

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  4. adoro il riso rosso e questa ricetta è intrigante, la provo subito, grazie :)

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