domenica 6 gennaio 2013

Biancomangiare con salsa di melagrana e spuma di pinoli

Ieri sera a cena si è parlato a lungo del gioco di squadra. Non in senso sportivo, per carità, ma come metafora di vita. La necessità di fare gruppo è istintiva e primordiale, si basa sul bisogno dell’uomo di interagire con gli altri, per arrivare dove da solo non riuscirebbe. Eppure è difficile tenere insieme una squadra. Più si cresce e più accresce l’individualismo e la competitività. Si perdono di vista i valori del gruppo, si dimentica che siamo una società e che ognuno funziona grazie all’altro. C’è chi resta unito e chi invece vuole evadere dal branco per cercare una propria identità.
In una società egoista e individualista come la nostra, la tendenza comune è quella di considerare come desiderio più appagante per l’uomo la completa realizzazione di se stessi. Il gioco di squadra, però, si costruisce attraverso l’acquisizione di affidabilità e fiducia nei compagni. Fidarsi dell’altro è fondamentale, perché bisogna essere certi che nel lavoro di gruppo il fine condiviso sia il bene comune e non quello personale.
Ho sempre praticato il gioco di squadra. È così che ho imparato a crescere insieme a persone diverse da me. Ed è grazie a questo che ho scoperto il valore del compromesso.
Il lavoro di squadra richiede equilibrio, ma soprattutto maturità. La sua potenza è contagiosa, il suo ritmo è costante ma incessante. In una squadra si lavora tutti e ci si mette in gioco imparando ogni giorno qualcosa di nuovo. Ci vuole spirito di sacrificio. E sudore.
La parola chiave è “condivisione”. Solo così possono coesistere idee diverse e si possono bilanciare equilibri delicati. Il successo del singolo deriva e incrementa il successo del gruppo e viceversa. È questo il fondamento del gioco di squadra, sia che si parli di traguardi sportivi, sia che l’ambito sia quello associativo, aziendale o che ci si riferisca alla democrazia in uno Stato.
Lavorare in gruppo significa imparare a rispettare gli spazi altrui, ascoltare, valutare tutte le possibili idee, aprirsi al confronto con le altre persone e non agire mai di propria iniziativa.
Siamo come una catena alimentare: se si blocca un singolo elemento si rompe il circolo della vita. Mettiamoci quindi in gioco, e scegliamo in ogni team un buon regista, capace di costruire un clima relazionale positivo, meritocratico e con la giusta programmazione per raggiungere passo dopo passo i nostri obiettivi. Qualunque essi siano.

DOLCI > BIANCOMANGIARE CON SALSA DI MELAGRANA E SPUMA DI PINOLI

Pasta di mandorla > 250 g
Limone > 1
Zucchero > 300 g
Amido per dolci > 100 g
Fave di Tonka > 1
Melagrana > 1
Pasta di Pinoli di Sicilia tostati > 200 g
Panna > 500 ml

Versate la panna fresca in un pentolino, aggiungete la pasta di pinoli, 100 g di zucchero e fate cuocere a fiamma dolce, mescolando delicatamente.
Una volta che la pasta di pinoli e lo zucchero saranno perfettamente sciolti togliete la panna dal fuoco e, una volta fredda, conservatela in frigo per una notte.
Sciogliete la pasta di mandorla in un litro d’acqua e filtratela con un chinois (o un colino a maglie strette). Se non avete la pasta di mandorla, potete utilizzare dello sciroppo di mandorla, o direttamente un litro di latte di mandorla.
Scaldate a fiamma dolce il latte di mandorla ottenuto, unite 150 grammi di zucchero, la scorza del limone e una fava di Tonka grattugiata.
Sciogliete intanto l’amido in un goccio d’acqua fredda, quindi unitelo al latte continuando la cottura.
Mescolate fino a quando il composto non inizierà ad addensare, avendo cura di non portarlo a ebollizione.
Togliete la crema dal fuoco e versatela negli stampini inumiditi.
Fare raffreddare, quindi riponetela in frigo per almeno due ore.
Spremete i chicchi di melagrana e filtratene il succo.
In un pentolino antiaderente, unite il succo di melagrana con quello del limone e 50 g di zucchero.
Fate cuocere a fiamma dolce, mescolando fino a quando la salsa non avrà raggiunto la densità di uno sciroppo.
Filtrate la panna ai pinoli con un chinois (o con un colino a maglie strette) e passatela nel sifone per ottenere una spuma soffice. Se il vostro sifone è da un litro, raddoppiate le dosi della panna ai pinoli.
Impiattate il biancomangiare, versateci sopra due cucchiai di salsa di melagrana e guarnite con chicchi di melagrana e spuma di pinoli.

La pasta di pinoli è commercializzata in panetti pronti alla lavorazione, ricavati artigianalmente esclusivamente da pinoli e zucchero. Potete acquistarla su Internet o nei più riforniti negozi di alimentari. Nel caso non riusciate a trovarla, potete passare 200 g di pinoli al mixer, aggiungere un cucchiaio di panna e mescolare fino a ottenere una pasta densa. A questo punto dovrete scioglierla a fuoco dolce nel resto della panna, farla raffreddare e conservarla in frigo per una notte.

4 commenti:

  1. La premessa iniziale mi trova molto d'accordo, purtroppo poi il lavoro crea sempre qualche disagio, il compromesso è l'unico sistema per mantenere l'equilibrio in un ambiente lavorativo. Noto con molto piacere che questo equilibrio poi lo riesci a trasmettere anche in questo piatto di estrema sostanza e qualità.
    Gianni B.

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  2. Buono certo, ma lo sai che son poco da dolci... ma se quando passo lo preparai, è sicuramente tra i miei preferiti... :) e per la parte introduttiva concordo più che appieno! No, non sono le difficoltà del lavoro a creare guai, se vogliamo collaborare si può! Anzi, si deve!

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  3. belle e condivisibili riflessioni sul lavoro.
    ricetta accattivante soprattutto per chi, come me, normalmente non è goloso di dolci! bravo

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