domenica 3 febbraio 2013

Torta di amaretti e pangrattato con fondente e glassa all'arancia

L’altra sera, i miei ospiti mi hanno fatto una sorpresa. Al termine di ogni portata, uno alla volta hanno letto una citazione letteraria sul cibo e la cucina in genere. Antipasto, primo, secondo, contorno, frutta. Dopo il dolce sarebbe toccato a me. Non ero preparato, ma si presuppone che un cuoco abbia sempre un asso nella manica, e così è stato.
Mi è tornata alla mente una frase di Ito Ogawa che avevo sottolineato nel suo Il ristorante dell’amore ritrovato (Neri Pozza Editore). Così ho cercato il romanzo nella grande libreria di casa e ho letto: «Cucinare quando si è arrabbiati, tristi e di cattivo umore è molto rischioso, perché il nostro stato d’animo infelice trasparirà di certo nel gusto e nella preparazione dei piatti».
L’invito è quello di riconsiderare il nostro rapporto con il cibo, sia come espressione di se stessi e delle proprie emozioni, sia come rapporto con gli altri. D’altronde, se il cibo è il fulcro di ogni esistenza, cos’altro può essere ciò che cuciniamo se non una manifestazione d’amore profondo per la vita?
Con grande passione e arte, attraverso la ricerca di sapori semplici e autentici, la protagonista del romanzo trasforma il cibo in piatti talmente prelibati da toccare i sentimenti di chi li assaggia: coppie scoprono l’amore, donne ritrovano passioni perdute, un anziano torna bambino e persino un coniglio riacquista l’appetito. Insomma, grazie all’aiuto della sua cucina, chiunque riesce a ritrovare amore e gioia di vivere. Perfino lei.
Aveva proprio ragione Leon Krier quando disse: «Un tavolo è uno strumento che unisce le famiglie e gli amici e tiene i nemici a distanza».
Ogni pietanza esplode di profumi di speranza e contiene sapori di un dolce passato apparentemente dimenticato. Il vissuto di una vita si concentra in un solo piatto, arricchito però di nuovi accostamenti e nuovi sapori, spinta necessaria per suggerire nuovi progetti a chi lo assaggerà.

DOLCI > TORTA DI AMARETTI E PANGRATTATO CON FONDENTE E GLASSA ALL’ARANCIA

Pangrattato > 100 g
Amaretti > 200 g
Uova > 3
Cioccolato fondente > 100 g
Latte > 250 ml
Amaretto di Saronno > 1 bicchierino
Lievito > 1 bustina
Burro > 1 noce
Sale > 1 pizzico

Per la glassa:

Arancia > ½
Zucchero > 4 cucchiai
Marmellata di arance > 1 cucchiaio

Montate le uova fino a che non saranno soffici e chiare.
Passate gli amaretti al mixer per ridurli in polvere, quindi incorporateli alle uova assieme al pangrattato e al lievito in polvere, aggiungendo a poco a poco il latte e l’Amaretto di Saronno.
Mescolate bene perché non si formino grumi.
Spezzate grossolanamente il cioccolato fondente e incorporatelo al composto.
Imburrate e spolverate con il pangrattato uno stampo per dolci a cerniera.
Versate il composto nello stampo e battetelo delicatamente su un piano per eliminare le eventuali bolle d’aria.
Cuocete in forno caldo a 180° per 45 minuti.
Una volta cotta, sfornate la torta e fatela raffreddare.
In un pentolino, fate intanto sciogliere a fiamma dolce lo zucchero e la marmellata nel succo di mezza arancia. Quando lo zucchero sarà completamente sciolto e avrà assunto la consistenza dello sciroppo, toglietelo dal fuoco e fatelo intiepidire.
Spennellate la glassa di zucchero all’arancia sulla torta e fatela asciugare prima di servire.


3 commenti:

  1. Che belle parole e che bella torta....

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  2. quanto cioccolato fondente..? un paio d'etti? e le uova si montano senza niente insieme, come per una frittata?

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    1. Ciao Giulia, nel postare gli ingredienti della ricetta era sfuggito il cioccolato, ma ho già corretto: bastano 100 g.
      Per le uova, aiutati con una frusta elettrica alla massima velocità, aggiungendo magari un pizzico di sale (che aiuta a sciogliere la massa dell'albume e quindi velocizza l'operazione).
      Fa' solo attenzione che le uova siano fredde e le fruste siano asciutte e pulite... ;-)

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